Quasi nel centro di Taormina a pochi metri dal piacevolissimo giardino botanico e sopratutto di fronte alla spettacolare baia, questi eleganti appartamenti beneficiano di un’ubicazione privilegiata, tra rocce e mare, in uno scenario di bellezze naturali unico, dove si gode della possibilità di un profondo respiro mediterraneo.
La palazzina inserita in un contesto naturale incomparabile offre alloggi resi prestigiosi dallo studio dell’arredo e degli spazi interni, dalla volontà di rendere questi appartamenti un’esperienza di soggiorno memorabile.
Si vive un senso di agio e comodità che incontra il gusto contemporaneo in un’accattivante atmosfera marina: pochi e raffinati appartamenti, luce, mare e rocce intorno.
Un’atmosfera accogliente caratterizza sia gli spazi comuni, ideati per il relax che gli ambienti privati contraddistinti dalla volontà di coniugare esigenze estetiche e funzionali. La lobby è caratterizzata da una lunga e comoda seduta dover intrattenersi a leggere un giornale o una pubblicazione sulla Sicilia.
Ampie zone living e spazi conviviali creano il cuore degli appartamenti. Le camere si affacciano sulla splendida roccia, base del Monte Tauro, e godono di un’atmosfera più silenziosa e fresca, più naturalmente assorta.
L'interno degli appartamenti progettato per essere efficiente oltre che elegante e raffinato, offre comfort e benessere crea ambienti con molteplici possibilità di vivibilità. In appartamenti studiati singolarmente nel minimo dettaglio si respira un’aria piacevolmente contemporanea: resine, tessuti e materiali di nuova generazione fanno da cornice a un arredo affascinante, di alto livello di design.
Le finiture di pavimenti e pareti valorizzano il contesto rendendolo di grande impatto.
Colori neutri e ospitali si uniscono a colori più forti e impattanti che rendono più stimolanti gli ambienti. L’arredo scelto, ad opera dei più grandi designer del momento, rende ogni angolo degli appartamenti un momento interessante.
Collaboratori: arch. Benedetta Malavolti; arch. Antonella Valeriano
foto di Davide Virdis