Il nostro intervento mette in relazione,inserendosi come elemento mediatore,la bassa densità urbanistica tipica della provincia e quella compatta e densa della città,mantenendo quel carattere domestico dell'abitare senza però rinunciare alla valenza agricolo-produttiva-industriale peculiare all'area, attraverso l'inserimento di Edifici-Silo carichi di funzioni residenziali e terziario/commerciali. La trasformazione proposta guarda quindi direttamente al suo intorno ma non rinuncia a proporsi come ulteriore tassello dello sviluppo urbanistico della città di Milano facendosi filtro tra la realtà metropolitana e quella dell'hinterland. Il paesaggio verde circostante viene trascinato nel lotto regolamentandosi dentro una griglia derivante dalla rigidità dei comparti industriali.
Inserimento urbano
La riqualificazione e rigenerazione dell'area delle ex Garzanti, attraverso il cambio di destinazione d'uso e l'inserimento nell'area di dinamiche nuove legate al tema dell'abitare cooperativo e ad una mixité funzionale, rappresenta un'importante occasione per ridefinire il ruolo dell'intera area attualmente a carattere industriale a ridosso dell'agglomerato di Cernusco sul Naviglio, inserendosi in un discorso più ampio di riconnessione fra la scala dell'abitato storico e contemporaneo consolidato e la dimensione ampia del comparto industriale e delle aree di futura edificazione, arrivando sino al rapporto che intercorre tra il polo attrattore costituito dalla città di Milano e i satelliti che gradualmente negli anni le si sono affiancati, ingrandendosi,andando a creare l'area metropolitana densamente abitata che oggi conosciamo.
Il lotto è situato in una posizione strategica, ben collegato al centro Meneghino tramite infrastrutture viarie e ferroviarie, al margine di un area ricca di tensioni: ad est le preesistenze industriali e gli interventi di nuova edificazione,a nord,oltre le trincee costituite dai binari del tracciato ferroviario e dal letto del Naviglio della Martesana,troviamo l'abitato consolidato ad est permangono tracce del paesaggio agricolo e produttivo che pervadono l'interland Milanese,legate alla memoria di una campagna agricolo-capitalistica che trovava nel sistema delle cascine ed in quello delle Ville la sua espressione di antropizzazione del paesaggio. Il nostro intervento mette in relazione,inserendosi come elemento mediatore,la bassa densità urbanistica tipica della provincia e quella compatta e densa della città,mantenendo quel carattere domestico dell'abitare senza però rinunciare alla valenza agricolo-produttiva-industriale peculiare all'area, attraverso l'inserimento di Edifici-Silo carichi di funzioni residenziali e terziario/commerciali. La trasformazione proposta guarda quindi direttamente al suo intorno ma non rinuncia a proporsi come ulteriore tassello dello sviluppo urbanistico della città di Milano facendosi filtro tra la realtà metropolitana e quella dell'hinterland. Il paesaggio verde circostante viene trascinato nel lotto andandosi a regolamentare dentro una griglia derivante dalla rigidità dei comparti industriali,creando alla quota 0.00 dei veri e propri cluster di verde pubblico che si alternano a cluster funzionali.
Funzioni
Lavorare in uno scenario urbano critico e volatile come quello contemporaneo, in cui il cambiamento delle condizioni al margine (andamento del mercato, volontà politica, bisogni del contesto, ecc.) non può essere interamente previsto in fase progettuale, spinge ad adottare strategie di sviluppo flessibili ed
adattabili nel tempo. Con un approccio progettuale basato sul tempo degli usi è possibile far sì che questo luogo possa risultare attivo in qualsiasi momento della sua storia urbana presente e futura. Nell’organizzazione complessiva dell’intervento si è scelto di lavorare,affiancando alla maggioritaria vocazione residenziale dell'insediamento, sull’inserimento di alcune attività predeterminate e permanenti,che vadano a definire lo spazio pubblico liberamente fruibile ed a rompere l'usuale privatizzazione delle pertinenze residenziali ibridandosi con esse generando attrattiva in ogni momento. La quota 0.00 presenta quindi cluster funzionali costituiti da orti urbani, playground, social market, arena e da verde attrezzato in continuità tra loro. Ad esse si integrano nell'attacco a terra degli Edifici-Silos degli spazi destinati ad usi temporanei per laboratori commerciali-produttivi che permettono invece il ricambio delle attività che vi si svolgono e la possibilità, per i residenti e la cittadinanza attiva, di proporre nuovi modi d’uso dello spazio. Nella testata nord del lotto, tra il limite della ferrovia e la scarpata del cavalcavia, è collocato l'edificio polisportivo, grande attrattore urbano e porta d'ingresso pedonale e ciclabile, grazie anche alla presenza del bikesharing e di una ciclofficina, per i residenti e per tutta la cittadinanza di Cernusco.
A queste fuzioni totalmente pubbliche dislocate sulla grande esplanade, si affiancano una serie di servizi alle residenze ed all'intero quartiere, atti ad attrarre un alto numero di utenti durante l'arco della giornata quali l'asilo e l'afterschool e di spazi del lavoro e della produzione culturale (coworking, incubatore d'impresa, sala conferenze/sala espositiva) divisi tra il livello -1 ed il comunicante Silo degli Atelier.
L'intento, oltre a servire gli abitanti limitrofi, è quello di stimolare un pendolarismo inverso a quello classico hinterland-città favorito dalla presenza della vicinissima linea ferroviaria e della pista ciclabile sul Naviglio che raggiungono il centro meneghino.
Relazioni
L'intervento si caratterizza per la volontà di creare un unico grande spazio pubblico totalmente percorribile pedonalmente, tenendo ai bordi la mobilità carrabile e quella ciclabile, e garantendo la continuità pressoché assoluta tra i cluster di funzioni destinati alla collettività . Le relazioni all'interno dell'intervento si identificano in due macroaree: la relazione tra gli edifici residenziali e lo spazio pubblico e quella tra le residenze e gli spazi in condivisione. La prima avviene, come già detto, nell'attacco a terra degli edifici che non è continuo ma "puntuale", evitando quindi di creare una barriera, di dividere tra un dentro ed un fuori, ma anzi generando la continuità dello spazio della collettività anche sotto gli edifici. Al piano terra gli spazi destinati a botteghe e laboratori, sono affiancati da punti di ritrovo utilizzati dai residenti e non, come ad esempio nel Silo delle Residenze Temporanee, dove troviamo il centro anziani ed una sala studio affiancate a laboratori di produzione artigianale, ciò che si genera da questo accostamento è un luogo ibrido e vitale nelle diverse ore della giornata e nella varietà dei modi d'uso e dell'utenza, terreno fertile per il dialogo e lo scambio culturale e generazionale.
La seconda macroarea è quella delle relazioni tra le residenze degli Edifici-Silo, ciò che le unisce non è solo uno sterile spazio servente ma la presenza di luoghi d'aggregazione funzionali all'abitare. La costante interazione dei residenti è garantita dalla presenza di spazi in condivisione ai vari piani quali lavanderie/stirerie, aree relax/entertaiment, cucine condivise, tetti giardino con serre solari. Tutti spazi
di aggregazione in cui il singolo esce dalla sfera privata per entrare in quella semiprivata e partecipativa, facendosi parte attiva della gestione e del cambiamento del luogo in cui vive.
Interni
L'elemento generatore degli appartamenti dei due Edificio-Silo che ospitano le residenze cooperative è il monolocale da 38mq, che costituisce il modulo base il cui accorpamento genera le residenze di varie dimensioni richieste nel DPP:
1 modulo=38mq, 1+1/2 modulo=57mq, 2 moduli=76mq, 2 + 1/2 modulo=95, 3 moduli=114mq
Ogni "taglio" di appartamento, dal bilocale al quadrilocale, ad esclusione del monolocale, è distibuito all'interno del Silo o su un unico livello o su due livelli (duplex), garantendo varietà tipologica e di soluzioni all'interno dello stesso edificio. Tutti gli ingressi agli appartamenti avvengono da ballatoi che affacciano nella corte interna serviti da ascensori e scale a vista, da questo stesso lato interno sono posizionati i blocchi sanitari permettendo così la presenza di ampie superfici vetrate e facciate continue sul lato esterno dell'edificio. Grazie a questa soluzione tutti gli ambienti godono di un'ottima illuminazione, di una vista sul paesaggio circostante e della possibilità di avere accesso ad ampie terrazze che accompagnano l'appartamento lungo tutta la sua lunghezza. In questi edifici gli spazi della condivisione si trovano in copertura e sono costituiti dai tetti-giardino e dalle serre in cui trovano spazio i servizi condivisi.
A livello -1, con affaccio continuo su grandi corti circolari verdi e protette troviamo l'asilo e gli spazi lavorativi, ambienti quasi sospesi nel tempo, lontani dalle distrazioni di ciò che avviene in "superficie", ottimali per l'apprendimento e la concentrazione di lunghe giornate di lavoro e per la tranquillità e la sicurezza dei più piccoli.
Il Silo delle Residenze Temporanee presenta due piani dedicati a stanze e mini -appartamenti per studenti ed anziani con superfici di 21mq e 30 mq e altri due piani adibiti a cohousing con appartamenti di 36mq e 55mq. Gli ingressi sono posizionati sul lato interno e vi si arriva attraverso dei ballatoi di distribuzione serviti da scale e ascensori che sono integrati in un nucleo centrale su più livelli interamente adibito a spazi condivisi e semipubblici, con funzioni legate al relax, all'entertaiment ed alla socializzazione. Trovano invece posto tra i vari appartamenti degli spazi collettivi dedicati più strettamente all'espletamento di funzioni domestiche come ad esempio le cucine condivise o la lavanderia/stireria.
Conclusioni
La volontà dell'intervento è quindi quella di misurarsi con l'immagine di un paesaggio produttivo consolidato proprio dell'area lombarda e con la doppia faccia di questa produttività, da un lato il volto agricolo delle cascine prima e dell'agricoltura intensiva poi e dall'altro quello industriale che ha trasformato il volto delle campagne milanesi dal dopoguerra in poi con lo stabilirsi in loco di molte industrie. L'aspetto degli edifici rimanda quindi a delle torri per lo stoccaggio, i cosidetti Silo ( silo; dal greco antico σιρός (siròs), "fossa per conservare il grano", è un recipiente cilindrico verticale con fondo svasato, come una sorta di torre ) utilizzati sia in agricoltura che nell'industria, lo fa però mantenendo un carattere domestico dell'abitare nei materiali, nella scala degli edifici, nella qualità dello spazio pubblico. Gli edifici risultano quindi essere elementi evocativi in continuità con il tessuto circostante. Per quanto riquarda il disegno dello spazio pubblico questo mira a creare dei cluster di verde attrezzato e con alberature che lascino il posto a cluster funzionali, senza però voler imporre una gerarchia di uno spazio sugli altri ma garantendo un continuità visiva e di possibilità di percorrenze tra questi spazi. Il verde circostante è quindi portato dentro al perimetro del lotto andando ad inserirsi in una griglia ortogonale seriale tipica degli insediamenti industriali ma dispone a formare delle isole rompendo così sterile geometria della griglia proprio come fa la macchia spontanea quando si riappropria di luoghi antropizzati abbandonati.
Il legame che l'intervento instaura con il vicino abitato di Cernusco e con la città di Milano è proprio quello di comporre una ricucitura tra le due realtà, tra la differenza di scala e di densità abitativa, andando verso la costruzione di un brano di città contemporanea ma con le dimensioni e la compostezza, e con il portato evocativo di immagini, caratterizzante i centri minori.