Situazione
Un pendio coltivato a vigna e orientato a sud-ovest sul paesaggio del piano di Magadino, è ubicato all’imbocco della valle Morobbia. Il terreno in forte pendenza è delimitato nella sua parte bassa da un muro di contenimento in pietra che corre lungo una strada cantonale.
Progetto
Il programma per una casa unifamiliare, che la committenza voleva distinta negli spazi dedicati ai genitori e ai figli, risponde ad una richiesta di contenuti assai densa ed articolata: soggiorno, cucina, camera padronale con guardaroba e bagno, servizio per gli ospiti, studio, tre camere da letto, tripli servizi, lavanderia, due locali di deposito, cantina vini, locale tecnico, piscina esterna e posteggi coperti.
Il progetto risponde alla complessità del programma, spazi esterni compresi, con un unico volume semplice e compatto. La scelta dell’impianto ripropone un principio di memoria “rurale” che tende ad economizzare l’occupazione del terreno.
L’edificio a pianta quadrata è allora posizionato come un monolite nella parte bassa del terreno con l’intento di mantenere inalterata l’orografia originale del fondo e di affermare il carattere unitario del pendio coltivato a vigna. Gli interventi sulla sistemazione esterna sono ridotti al minimo indispensabile (un solo percorso esterno per la manutenzione del pendio).
All’espressione monolitica e minimale dell’edificio si contrappone una dimensione interna più domestica che porta, attraverso l’organizzazione degli spazi e delle circolazioni interne, alla riscoperta del paesaggio.
L’accesso si risolve alla quota della strada cantonale con un piazzale d’arrivo descritto da un muro di sostegno che riprende, modificandolo, quello preesistente. Dal piazzale un cunicolo scavato nel terreno porta all’accesso vero e proprio della casa.
L’edificio è organizzato su tre livelli: quello inferiore interrato con l’accesso pedonale e veicolare, quello intermedio seminterrato con le camere dei figli e quello superiore dei genitori con la zona giorno e lo spazio esterno. L’ultimo piano si organizza attorno ad un patio delimitato da due ali in calcestruzzo che estendono lo spazio del soggiorno verso il pendio a monte e verso il paesaggio del piano di Magadino a valle.
Si ricostituiscono così le relazioni dell’edificio con il terreno e il territorio.
Alla ricerca di una volumetria monolitica ma controllata nelle dimensioni, si è aggiunta la necessità di stabilire delle relazioni di quota con il pendio naturale. Ciò ha reso necessario l’interramento di una buona parte dei contenuti e l’adozione di particolari soluzioni per l’apporto di luce naturale a tutti gli spazi interni.
L’aspetto monolitico dell’edificio è accentuato dall’impiego di calcestruzzo armato apparente e dalle facciate quasi prive di rilievi, con poche e mirate aperture. La luce colpisce così l’edificio nella sua intera dimensione. Una dimensione che dialoga con il paesaggio a grande scala.
Photography
Dario Bonetti
(all pictures)
Vincenzo Cammarata
(picture 62-9931)