L’innovazione dei “giardini verticali” adottata in questo progetto, consente al verde di raggiungere altezze anche elevate, crescendo senza terreno di notevole profondità su strutture rigide addossate ai muri. Questo permette di avere, oltre ad un immediato e gradevole effetto estetico, anche l’assorbimento dei rumori, il miglioramento della qualità dell’aria, con l’assorbimento di anidride carbonica, l’abbattimento delle polveri sottili e la riduzione della temperatura. L’area interessata dall’intervento è densamente urbanizzata, l’intorno presenta la completa assenza di identità non essendo presenti edifici di particolare pregio storico-artistico, verde pubblico, arredo urbano etc. L’idea progettuale è quella di inserire all’interno del progetto elementi con una forte identità architettonica (giardini verticali) che caratterizzino il quartiere, senza rappresentare un semplice camouflage. Al fine di perseguire un’appropriata riqualificazione ambientale dell’intera area oggetto del nostro intervento abbiamo previsto, inoltre, il ridisegno dello spazio urbano in corrispondenza della rampa che collega le due strade mediante la realizzazione di un terrazzamento con sistemazione a verde attrezzato di superficie pari a circa 250 mq. In questo progetto si vuole cercare di dare un segnale forte di scelte seriamente e puntualmente orientate verso un minor impatto sull’ambiente. L’Amministrazione comunale ha prontamente ha accolto le nostre aspirazioni relative ad un progetto ‘pilota’ che innovasse il consueto modo di fare, non riducendo, in tal modo, l’intervento ad una ‘semplice’ manutenzione viaria. La denominazione di “progetto sostenibile” non deriva solo dall’utilizzo massiccio di verde per la riqualificazione, ma è il risultato di un ‘esperimento’ che obbliga tutti gli attori del processo edilizio a rivedere i propri metodi produttivi, le scelte compositive, i modi costruttivi, ecc. In fase di progetto esecutivo ciò significa l’aver rivisto tutta una serie di elementi ‘deboli’ che costituivano un tallone d’Achille per la definizione di sostenibilità (tanto di moda quanto abusata), fermo restando che già nella fase preliminare era intrinseco ed evidente un contenuto di forte volontà innovativa e di miglioramento della qualità ambientale oltre gli standard richiesti. È noto che il verde svolge importanti funzioni ambientali, sociali ed economiche all’interno delle città, per il miglioramento della qualità dell’aria, per l’assorbimento di anidride carbonica, per il raffrescamento estivo e per il contributo alla biodiversità, senza contare l’aumento del valore economico degli edifici. “Gli alberi svolgono importanti funzioni ambientali, sociali ed economiche all’interno delle città, tra cui si ricordano: Qualità dell’aria: 1 albero assorbe 0,4 kg/anno di inquinanti atmosferici (O3, PM10, NO2, SO2, CO); Cambiamento climatico: 1 albero assorbe 30 kg/anno di anidride carbonica; Raffrescamento estivo: 1 albero assorbe calore pari a 27 milioni di kcal/anno, pari alla potenza di 1,2 condizionatori funzionanti 24 ore su 24; Biodiversità: ogni albero contribuisce alla biodiversità vegetale ed offre rifugio e nutrimento alle specie animali; Riduzione delle spese di condizionamento grazie alla presenza di alberi in prossimità delle abitazioni; Aumento del valore economico degli edifici fino al 15% in relazione alla presenza di alberi. I circa 2500 mq di verde sono stati inseriti in alcuni punti strategici, come si evince negli elaborati di progetto, con la realizzazione di ‘giardini verticali’ che assolvono alla funzione di veri e propri ‘polmoni verdi’, non semplice camouflage dei muri di sostegno esistenti. In fase preliminare risultavano già presenti scelte virtuose come l’uso di pavimentazioni fotocatalitiche (che contribuiscono all’abbattimento degli inquinanti atmosferici), di elementi innovativi per la pubblica illuminazione (che garantiscono emissioni luminose nel rispetto delle normative sull’inquinamento luminoso), di regolatori di flusso “punto/punto” (che riducono fino al 30% i costi di gestione dell’impianto). La necessità di rientrare nei costi e nei tempi preventivati ci ha obbligato a valutazioni qualitative sui materiali prescelti sulla scorta di dati già presenti nella letteratura scientifica. In seguito a queste analisi si è ritenuto di dover consigliare sostituzioni e miglioramenti guardando all’intero ciclo di vita dei materiali e dell’intervento stesso, prediligendo il requisito di maggiore durabilità del componente e minor energia richiesta nella fase di produzione e dismissione del materiale, incoraggiando l’uso di materiali riciclati o riciclabili, adottando (anch’esso come intervento pilota nel Comune) un procedimento, ai sensi del D.Lgs. 152/06 e smi per il riutilizzo di terre e rocce da scavo escludibili dall’ambito dei rifiuti, coinvolgendo in questa filosofia d’azione il maggior numero possibile di attori fra la pubblica amministrazione, i tecnici agronomi, gli ingegneri, i produttori di materiali, i fornitori e i fruitori. Proprio per questi ultimi, nell’ottica di una comunicazione delle scelte operate, si è deciso di attenersi ad una versione rivisitata del protocollo ITACA (primo intervento di riqualificazione urbana in Italia) per la valutazione ambientale dell’intervento ex post. Inoltre, è stata redatta una relazione di previsione acustica, che monitorerà il progetto nella fasi ante e post opera.