Il Comune di Liscate dista 20 km da Milano, lungo
la direttrice est della Rivoltana, asse che attraversa un territorio in
cui la permanenza tipologica di segni ed elementi di un originario
paesaggio rurale si contrappone a processi di polverizzazione edilizia e
frammentazione dei confini morfologici.Il lotto oggetto di intervento, 2300 mq di forma
rettangolare e pianeggiante, si trova nel centro del paese: borgo
strutturato intorno alla piazza della chiesa e del municipio, senza
tuttavia una particolare omogeneità formale; delimitato a nord da una
strada e sugli altri tre lati da lotti edificati a residenza.Al fine di porsi quale nuova e necessaria centralità nel tessuto urbano,
il progetto del Centro Integrato si fonda su un principio di
ricomposizione a scala superiore delle parti e di riorganizzazione degli
spazi di relazione: ne è derivato un impianto unitario, segno di
demarcazione e insieme connessione
di assetti insediativi differenti (la piazza pubblica,le ville a
schiera, i giardini privati, la cascina, il campo giochi, il
caseggiato,ecc.), la cui eccezionalità
tipologica viene convalidata dall’istanza
programmatica di accogliere in un unico edificio le più diversificate
fasce di utenza.Parafrasando infatti il modello dell’ Unité d’Habitation,e (perché no?)
della Cascina Lombarda, il Centro Integrato contempla l’accostamento, la
connessione e appunto l’integrazione paradigmatica di funzioni sociali
complementari, allegoria di un esempio abitativo alternativo alla
convenzione diffusa.In particolare trovano collocazione:
• la Comunità alloggio (10 unità residenziali
per circa 20 abitanti, con mensa, ambulatori e
servizi comuni)
• il Centro Civico (auditorium da 100 posti,
sale attrezzate, spazi ricreativi e uffici)
• il Micro-Nido (area per l’accoglienza
infantile)
• il Centro Giovani (spazi e attrezzature per
l’incontro e lo scambio giovanile)
Il proposito di permettere autonomia e allo stesso tempo integrazione e
relazione tra le parti è stata attuato attraverso il ricorso alle
categorie spaziali della città classica (la piazza, il passaggio
coperto, la loggia, l’androne, il portico, l’atrio a tutta
altezza, la scala d’onore, le strade interne); generatrice del
meccanismo spaziale dell’edificio, fondato su costanti rimandi e sponde
prospettiche tra interni ed esterni, è stata di conseguenza la sua
stessa logica distributiva.L’edificio si sviluppa attraverso tre piani fuori
terra e un piano interrato per un altezza di gronda di 10,80. L’impronta
a “ T “ è determinata
dall’innesto del volume a doppia altezza
dell’auditorium (inserito in una grande loggia a
sottolineare un paradigmatico senso
dell’accoglienza) con il corpo di fabbrica principale; quest’ultimo, sul
lato nord, appoggiato su di un portico cadenzato da setti, si presenta
con una facciata piena; mentre sul lato sud, enunciando un carattere
domestico, ma anche di attenzione albenessere luminoso e climatico, è
ritmato da un doppio ordine di logge, dall’aggetto del solarium e
incorniciato da una gronda continua. E’ finito a intonaco civile,
tinteggiato di colore bianco.