IL PROGETTO ARCHITETTONICO
L’edificio è concepito in termini di sostenibilità ambientale
proponendo soluzioni tecniche innovative che reinterpretano la cultura e
l’identità locale. La progettazione architettonica è curata da un team di
esperti nel settore: Il gruppo ARCò – Architettura e Cooperazione, che si
occupa di sostenibilità e partecipazione in architettura, e lo studio MCA -
Mario Cucinella Architects, studio di chiara fama internazionale che da tempo
sviluppa ricerche sull’architettura sostenibile.
Il progetto punta alla valorizzazione dell’identità locale
reinterpretando il modello della tenda beduina: una struttura temporanea
caratterizzata da elementi di sostegno verticale che sorreggono un telo
decorato, solitamente in lana di pecora. La sua struttura è divisa al suo
interno in due ambienti: uno pubblico dove avvengono le attività comuni e si
ricevono gli ospiti e uno destinato alle attività private della famiglia.
La struttura polifunzionale di Um Al Nasser reinterpreta questi
caratteri tradizionali riproponendoli sotto forma di elementi architettonici
contemporanei. La tenda viene sostituita da un’ampia copertura che, ripiegando
su se stessa, richiama le diverse inclinazioni dei teli. Le linee orizzontali dei
tipici tessuti beduini vengono riletti attraverso brise soleil in legno
che permettono un controllo dell’irraggiamento solare.
L’asilo “cresce dal deserto”: le pareti isolanti che circondano le aule
e il cortile centrale sono realizzati con sacchi riempiti di terra. Si tratta
della tecnica degli earth-bag, proposta per la prima volta da Nader
Kalili negli anni ’80. I muri sono in grado di preservare la realtà
gioco-educativa dell’asilo, costruendo una vera e propria oasi protetta dalle difficoltà
esterne.
Il Centro per l’infanzia è un edificio ad un piano, parzialmente
interrato, per una superficie totale di 400 m2, dotato di 6 aule, libreria,
direzione, aula docenti, area accoglienza, laboratorio attività psicomotorie,
spazio polifunzionale, sportello famiglie, infermeria e servizi igienici. Le
aule hanno una superficie di 25 m2, e possono ospitare circa 25 allievi
ciascuna.
“La Terra dei Bambini” offre spazi e servizi per le famiglie, uno
sportello di consulenza, e attività di educazione alla salute e alla pace.
L’IMPATTO AMBIENTALE
Dal punto di vista dell’eco-compatibilità dell’intervento, sono diversi
gli accorgimenti che fanno di questo edificio un’architettura modello per il
settore edile palestinese. Sono state privilegiate soluzioni low-tech e a basso
costo, semplici da comunicare e implementare, atte ad essere replicate in altri
contesti da parte della comunità locale.
Ai progettisti si sono affiancate figure specifiche che hanno curato
gli aspetti strutturali, energetici e del recupero delle acque. L’uso della
terra e del legno permette di ridurre al minimo l’utilizzo di materiali
inquinanti e ad alto impatto ambientale. Si tratta di un edificio ipogeo, ove
gli ambienti sono parzialmente interrati. Tutte le aule godono dell’inerzia
termica del terreno e dei muri, che garantisce temperature interne più basse in
estate, e più miti in inverno. Un sistema di ventilazione naturale permette di
godere di una temperatura percepita inferiore per un confort igro-termico
ottimale. Il sistema a doppia copertura garantisce l’attivazione di moti
convettivi e il riciclo dell’aria calda con quella più fresca proveniente dal
basso. Si è previsto un sistema di raccolta dell’acqua piovana che avviene
attraverso l’ampia copertura e che viene stoccata in una vasca interrata. Dal
punto di vista energetico, è stata prevista l’installazione di un impianto a
pannelli fotovoltaici realizzato sfruttando le inclinazioni del tetto, così da
garantire l’elettricità necessaria.