“Il recinto quadrato circondato verso l’interno da portici e arcate, corredato di spazi per gli ossari e di una cappella al centro in forma di Pantheon” Trattato di Architettura Civile – F.Milizia. L’idea principale del cimitero che sta alla base del Piano Cimiteriale di San Domino può essere ricercata in una precisa risposta sociale, un idea di vita civile in cui il senso della diversità, dell’unità, del rispetto definiscono per primi il progetto. L’intervento ripropone il tema ormai consolidato e storicizzato del recinto sacro – terminologia che a partire dal XVIII secolo ha sotteso contenuti antropologici e significati simbolici, motivazioni artistiche e ragioni geometriche, opportunità tecniche e strategie insediative; è dispositivo che indica una separazione, segregazione ma che allo stesso momento è atto fondativo e di riconoscimento che implica la custodia ed assicura la protezione dall’esterno – (l’architettura della memoria a cura di Marco Felicori – luca sossella editore – L’architettura dei cimiteri tra Francia e Italia di Ornella Selvafolta). Protezione, custodia, rispetto, declinazioni differenti di una medesima intenzione, quella cioè di rendere immediatamente riconoscibile lo spazio del sacro, che proprio attraverso la sua demarcazione, il recinto, palesa la sua identità come luogo riservato ai defunti, evocativo del tempo. L’area scelta per l'intervento, come accennato in premessa, si presta per le sue valenze ambientali e paesaggistiche, ad accogliere il nuovo Cimitero come luogo della memoria e della custodia. Il Colle dell' Eremita è situato a circa mt. 110,00 sul l.m.m., e ad esso si accede attraverso strade comunali esistenti, che raggiungono, superando le naturali pendenze e assecondando le curve di livello, il luogo deputato ad accogliere la nuova struttura; lontano dai consueti flussi turistici, esso stesso rappresenta lo spazio del silenzio, della riflessione e dell’osservazione panoramica. Attraverso le possibili letture ed interpretazioni del genius loci è apparsa del tutto naturale e quasi scontata la scelta da parte dell’Amministrazione Comunale di collocare in quest’ambito paesaggistico la nuova struttura cimiteriale, in cui si distinguono due parti, una interna, protetta dal limite edificato del perimetro cimiteriale – che comunque in vari punti diviene permeabile alla luce e al passaggio – l’altra pubblica, rivolta al paese, che contiene e rappresenta il senso del luogo. La distinzione delle due parti, quella interna destinata al culto delle singole sepolture, l’altra esterna, pubblica, rivolta al paese, è maggiormente rafforzata oltre che dal limes geometrico del perimetro cimiteriale, dal trattamento murario esterno del corpo di fabbrica ad "L" destinato ai loculi e colombari, che – attraverso l'aggetto differenziato di alcuni centimetri al di fuori del muro esterno, di riquadri in pietra chiara o semplicemente in muratura, pari alle dimensioni nette interne dei loculi contrapposti al di là del muro, contrassegnati al centro dal semplice simbolo della croce – rappresenterà l’aspetto dellunivoco sentimento che lega fra loro tutti i cittadini di fronte alla morte; due modi di vivere il luogo ambedue irrinunciabili che sono alla base della scelta progettuale( riferimento e omaggio all’Arch. Antonio Monestiroli – progetto del Cimitero Maggiore di Voghera). Il ruolo di questo trattamento superficiale esterno di una parte del recinto perimetrale è quello di testimoniare, senza distinzioni, la presenza in quel luogo di tombe, lapidi indistinte da una parte ma che corrispondono ad altrettante lapidi vere e proprie rivolte verso linterno. Da una parte tutti coloro che giungeranno al nuovo complesso cimiteriale potranno riconoscere in quel luogo un unico sentimento nei confronti della morte, e dall’altro è consentito ai familiari di stabilire un rapporto singolare con ogni tomba. Due aspetti irrinunciabili del culto dei morti. Rimanendo all’esterno del complesso cimiteriale progettato, si prevede un’area a parcheggio lastricata in pietra locale, attraverso la quale si potrà accedere ai due ingressi previsti, di cui uno principale, collocato lungo la direttrice della pensilina rappresentata dal braccio principale della croce deformata, collimata, secondo la direzione che intercetta la facciata dell'Abbazia di S.Maria a Mare dell’isola di San Nicola, quasi a voler rappresentare un collegamento ideale all’altra isola, cuore storico dell’arcipelago tremitese; l’altro ingresso minore è collocato su uno dei fianchi del complesso cimiteriale limitrofo all’area parcheggio. L'idea del recinto quadrato o di forma geometrica regolare e bloccata, affonda le sue radici nelle elaborazioni dei trattatisti del XVIII secolo intorno al tema cimiteriale. Teorico per eccellenza in questo senso Il Milizia proponeva nel suo Trattato di Architettura Civile il tema del – recinto quadrato circondato verso l'interno da portici e arcate, corredato di spazi per gli ossari e di una cappella al centro in forma di Pantheon – il recinto è in definitiva l’episodio spaziale più condiviso dai progetti settecenteschi, che comunque si riflettono in molti lavori successivi che dal XIX secolo giungono fino ai nostri giorni. Il progetto di piano cimiteriale in esame riprende l’idea miliziana del recinto, che in questo caso è rappresentato in larga misura dagli stessi corpi di fabbrica che caratterizzano il complesso cimiteriale. Recinto di forma rettangolare che ad un tratto viene come negato, spezzato dalla parte terminale dei quattro bracci della pensilina/passeggiata in quota a forma di grande croce, che penetrandolo ne interrompe la continuità, relegando lo stesso in una posizione di subordine, ma conservandone le caratteristiche di protezione e custodia. Il cuore del complesso è rappresentato dalla cappella religiosa posizionata nel baricentro della composizione architettonica dell’intero complesso. Di forma tronco-conica, essa intercetta, fondendosi ad un livello superiore, la passeggiata in quota a forma fortemente simbolica di croce non regolare, ruotata rispetto allandamento ortogonale del recinto, e direzionata come sopra accennato, con lasse maggiore verso la facciata dell’Abbazia di San Nicola. La cappella risulta fondata ad un livello sottostante rispetto al piano di campagna e dal resto del complesso cimiteriale, realizzando così una sorta di piazza/sagrato interna, ma sottoposta rispetto alle principale direttrici di transito, le quali l’attraverseranno superiormente, contribuendo ad un suggestivo alternarsi di percorsi, visuali e livelli. Il sagrato, come già accennato, sarà raggiungibile ed accessibile anche alle persone diversamente abili attraverso un doppio sistema di rampe. Il camminamento in quota, raggiungibile attraverso una rampa, rappresenta il punto ideale dal quale osservare il paesaggio circostante e il mare, come una sorta di grande pontile di nave, metafora più che indicata del viaggio, il quale per la forma che si ricava dalla sezione lungo lasse principale, dai materiali impiegati (acciaio), dai colori (bianco), dagli elementi strutturali, rappresenta idealmente la struttura di una nave, pronta a salpare per trasportare le anime in un altrove. Si rifiuta così il concetto, purtroppo presente nella nostra cultura, del Cimitero inteso come casa dei morti, in contraddizione con lidea culturale e religiosa della morte come viaggio. La grande croce, passeggiata sospesa, che si affaccia sul paesaggio, introduce attraverso la proiezione orizzontale del suo asse maggiore e lo spazio sottostante, coperto e pavimentato, un percorso urbano preciso, che indica il principale ingresso all’area. Rispetto alla cinta muraria e al complesso dei corpi di fabbrica previsti, la croce disassata e deformata è disposta più in alto quasi smaterializzandosi. L’aspetto simbolico ed evocativo dell’intervento traspare dalle forme impiegate, e dal posizionamento dei principali elementi architettonici; l’elemento circolare centrale rappresentato dalla cappella religiosa, metafora del cielo; la grande croce; il recinto sacro quadrato, metafora del radicamento materialista alla terra. Per ciò che concerne le altre volumetrie che caratterizzano le differenti tipologie di sepoltura, come le diciannove edicole funerarie private, le stesse saranno trattate attraverso volumi minimali ed identici reiterati e collocati in progressione lungo due lati del perimetro dell’impianto, trattando la loro pelle attraverso una giusta commistione di intonaco e pietra locale posata a secco. Si è pensato di garantire in questo modo, attraverso lo strumento vincolante del piano, unidea di unicità dell’intervento, scongiurando tentativi arbitrari e scollegati nella realizzazione di edicole o altri manufatti, dissimili sia nella forma che nell’aspetto, che avrebbero contribuito a minare il concetto base su cui si radica l’intera proposta progettuale, ovvero quello di realizzare una piccola città all’interno della città, con le sue regole, le sue gerarchie, l’alternarsi di spazi pubblici e privati,i percorsi, ecc. Anche il campo di inumazione costituito da n. 58 fosse, posto sulla destra latistante l’ingresso principale, partecipa al gioco compositivo che caratterizza l’intervento, scostandosi dallortogonalità del recinto e sposando landamento della grande croce che ne detta la direzione e l’allineamento delle fosse. Il campo attraverso i suoi percorsi generatori, si riconnette al camminamento perimetrale interno al Cimitero. Si cercherà, attraverso gli spazi di verde pubblico e la piantumazione di alberi e piante locali , di conferire al complesso cimiteriale un aspetto e una sensazione meno greve di quello che, suo malgrado, nella memoria collettiva è costretto a ricoprire; ovvero luogo del dolore, della perdita dei cari; cercando di conferirgli nel suo complesso, attraverso le soluzioni tipologiche, funzionali ed architettoniche adottate, un’emozione che induca a ripensare tale luogo come un punto di sosta momentanea, per poi poter dire “da qui si parte” .