e città e i segni. 2.
“ Dalla città di Zirma i viaggiatori tornano con ricordi ben distinti: un negro cieco che grida nella folla, un pazzo che si sporge dal cornicione d’un grattacielo, una ragazza che passeggia con un puma legato al guinzaglio. In realtà molti dei ciechi che battono il bastone sui selciati di Zirma sono negri, in ogni grattacielo c’è qualcuno che impazzisce, tutti i pazzi passano le ore sui cornicioni, non c’è puma che non sia allevato per un capriccio di ragazza. La città è ridondante: si ripete perché qualcosa arrivi a fissarsi nella mente.
Torno anch’io da Zirma: il mio ricordo comprende dirigibili che volano in tutti i sensi all’altezza delle finestre, vie di botteghe dove si disegnano tatuaggi sulla pelle ai marinai, treni sotterranei stipati di donne obese in preda all’afa. I compagni che erano con me nel viaggio invece giurano d’aver visto un solo dirigibile librarsi tra le guglie della città, un solo tatuatore disporre sul suo panchetto aghi e inchiostri e disegni traforati, una sola donna–cannone farsi vento sulla piattaforma d’un vagone. La memoria è ridondante: ripete i segni perché la città cominci a esistere.”
Le città invisibili
di Italo Calvino
Einaudi, Torino 1972
La nuova Concordia
La proposta di restituire all’Oratorio di Giubiasco la sua originaria importanza quale polo multifunzionale per tutta la popolazione ha dato luogo a innumerevoli riflessioni legate sia alla fisionomia della sua città che a questioni prettamente culturali.
A differenza delle grandi città, dove lo skyline degli edifici determina una trama molto diversa, la conformazione della città di Giubiasco porta ancora i segni di un antico piano urbano sviluppatosi in modo radiale a partire dalla piazza principale.
Infatti, la Piazza Grande, attorno alla quale il piano regolatore prevede un’edificazione limitata a 15 metri di altezza, conserva da sempre la sua immagine di polmone verde e ricrea una sorta di fortificazione attorno ad essa.
Mantenendo questo concetto di valorizzazione del vuoto urbano, e considerando la posizione su un’asse della piazza, della chiesa e dell’oratorio abbiamo deciso di riproporre questo vuoto per restituire valore ad un elemento quasi dimenticato qual è oggi l’oratorio.
La riprogettazione di questo spazio d’incontro non può prescindere dal ruolo ricoperto dall’oratorio, per la città e i suoi abitanti, dalla sua fondazione fino a tempi ancora recenti.
Se oggi questo spazio viene utilizzato prevalentemente come semplice area verde, non dobbiamo dimenticare che, originariamente, vi si fondevano attività religiose, ginniche o sportive, ludiche e ricreative che lo rendevano incontestabilmente un polo determinante nella cultura del Comune di Giubiasco.
Per questa ragione, e per motivi legati alla necessità di conservazione di una memoria storica fondamentale, riteniamo di dover dare particolare rilevanza all’architettura ancora esistente del vecchio oratorio; le mura perimetrali del corpo principale rimarranno intatte come una sorta di reperto storico-archeologico, mentre, al suo interno, lo spazio verrà reinterpretato coerentemente alle nuove esigenze di una popolazione sempre più stratificata che rivendica la necessità di spazi ricreativi interni ed esterni.
Partendo da una riflessione sull’importanza che ricoprivano gli edifici a corte nel passato, proponiamo l’edificazione di una struttura che prevede un vasto cortile interno e di una torre (di altezza adeguata), introdotta nell’edificio del vecchio oratorio, dedicata alle funzioni pubbliche e la cui rilevanza viene enfatizzata attraverso la presenza di un palcoscenico visibile anche dall’esterno.
la corte interna:
Il progetto del nuovo oratorio prevede una struttura dotata di un cortile interno antecedente al corpo del vecchio oratorio e alla torre.
La struttura interna sarà organizzata mediante pannelli mobili affinché i locali, progettati dettagliatamente in relazione alle esigenze esposte dal committente, siano caratterizzati da maggiore flessibilità, permeabilità e illuminazione naturale. Lo spazio interno del cortile sarà destinato a tutte le funzioni semi-private o distinte per il loro carattere più intimo. Sul cortile si affacceranno, invece, aule, spazi ricreativi per l’infanzia e non, sale multifunzionali che richiedono maggiore quiete.
L’accesso alla struttura sarà agevolato mediante rampe che, senza accentuare il dislivello con la strada, permettono di mantenere la continuità spaziale tra la piazza e le funzioni sottostanti. Le rampe sono progettate in modo tale da ispirare l’invito ad entrare nel cortile.
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La nuova piazza, reinterpretazione dell’arte urbana
Il territorio che la circonda l’edificio esistente, soprastante il cortile, fungerà da piazza verde adibito prevalentemente a funzioni ludiche e sportive, (campetto da calcio, ecc) .
Tramite l’introduzione di graffiti, raffigurati su giganti pannelli appesi uniti da una struttura orizzontale sostenuta da pilastri, taluni avranno lo scopo di dare una sorta di sfondo artistico alla composizione architettonica rappresentando, con il linguaggio delle nuove generazioni, motivi urbani e manifesto culturale della popolazione a cui la struttura è destinata. (un pubblico prevalentemente adolescenziale).
Questo concetto di introdurre l’arte nelle piazze è ripreso dalle antiche città italiane, ma reinterpretato in chiave moderna mediante l’uso di questa nuova raffigurazione pittorica dei graffiti.
La torre come icona urbana
Se anticamente a sottolineare la rilevanza urbana era la presenza di un campanile, il nostro progetto , invece, prevede la costruzione di un edificio a torre; un vero e proprio Landmark all’interno del territorio reinterpretato, però, in chiave moderna.
La presenza di un edificio in altezza a base rettangolare non si limita solo a determinare ed evidenziare l’importanza dello spazio, ma, con la sua imponenza, ne sottolinea la funzione pubblica e, in un certo senso, collettiva. Riprendendo l’importanza e l’altezza di alcuni elementi presenti sul nostro territorio come i campanili e la catena di Silos che determina le stazioni principali lungo tutta la via infrastrutturale ferroviaria del canton Ticino, questo nuovo elemento verticale (torre) , tende ad enfatizzare l’importanza di questo polo culturale destinato ad attività indipendenti l’una dall’altra.
In Ticino forti segni urbani sono nati con la pianificazione del territorio e i grandi sistemi infrastrutturali di comunicazione come la nascita dell’ autostrada a la ferrovia, fiume Ticino, facilmente riconoscibili come tagli orizzontali del territorio abitato, a questo proposito il nostro progetto ne sottolinea l’importanza con questo nuovo elemento verticale.
La nuova struttura graticolare permette di generare grandi luci, e di conseguenza spazi adatti a funzioni prettamente pubbliche come centri culturali, sale multifunzionali, grazie alla sua spazialità con totale assenza di elementi strutturali come pilastri.
La nuova posizione dell’auditorium, (che viene spostata soprastante la struttura esistente) diviene una sorta di finestra o palcoscenico dal quale è possibile ammirare le attività degli utenti sia dall’interno, che dall’esterno dell’edificio.
L’insieme di elementi del nostro progetto risponde perfettamente alle esigenze espresse dal Comune di Giubiasco riguardo all’istituzione di uno spazio pubblico destinato alla sua popolazione.
La struttura da noi proposta, inoltre, mira a ricreare un polo importante nel Comune considerando la sua posizione strategica sull’asse Piazza Grande-chiesa-scuola e la pavimentazione della strada che lega tra loro questi punti d’interesse collettivo e che ne facilita l’accesso sia pedonale che ciclabile.
Il motto scelto per rappresentare il progetto s’ispira alla Società ginnastica “Concordia”, fondata parallelamente all’oratorio, nel 1939, su iniziativa della Chiesa e di un gruppo di cittadini di Giubiasco. Questo nome, perfettamente compatibile con gli intenti del Comune, ha anche il merito di ricoprire quella funzione di memoria storica che ci siamo proposti all’inizio della progettazione e nel quale i Giubiaschesi possono ritrovarsi.
Il Nuovo Oratorio si propone come un manifesto culturale che simboleggi la “concordia” tra passato e presente, ma anche concordia di idee, intenti e sentimenti di una popolazione diversificata unita dalla necessità di ridonare splendore ad una struttura che oggi molti ricordano malinconici.