1_Contesto e genesi del progetto
La città di Concordia sulla Secchia presenta oggi una morfologia urbana “complessa” risultato delle stratificazioni, distruzioni e ricostruzioni succedutesi nel corso della storia: al nucleo originario e più antico risalente al XIV secolo, ricostruito agli inizi del Settecento, ampliato e densificato nel corso dei due successivi secoli, e oggi individualbile entro il perimetro del centro storico, fa da contraltare l’impianto urbanistico di più recente formazione della città contemporanea.
Le radici dell’impianto della struttura urbana contemporanea sono da rintracciare nell’ampliamento della città avvenuto a partire dai primi del Novecento quando, la demolizione di un tratto della cortina edilizia situata al centro del porticato corto della via Pace ed il conseguente taglio della via Garibaldi, quale direttrice della nuova aspansione urbana, sanciscono l’apertura della città storica verso nord-est.
Tale scelta urbanistica, che inaugura l’inizio del XX secolo, con la rottura della struttura storica della città compatta, attraverso lo sventramento del tessuto ereditato ed in favore di una nuova espansione orientata verso una struttura urbana riconducibile al modello della città diffusa, se dal punto di vista urbanistico, determina lo spostamento del baricentro della struttura urbana in corrispondenza del nuovo incrocio tra via Pace e via Garibaldi, creando di fatto un nuovo nodo urbano che apre la città a nuovi rapporti spaziali e gerarchici, dal punto di vista morfologico e architettonico, genera un’identità urbana duale tra il nucleo urbano originario caratterizzato dall’edilizia storica riconducibile alla matrice morfologica e tipologica del lotto gotico con corte interna, che va a definire la cortina edilizia degli isolati continui o a blocco propri della città compatta, e l’espansione novecentesca, che si contraddistingue per l’edilizia meno intensiva e via via sempre più diradata facente capo alle tipologie edilizie moderne proprie della città aperta.
A seguito del sisma del 2012, dopo il quale la città di Concordia ha subito ingenti danni e perdite del proprio patrimonio edilizio, l’incrocio tra Via della Pace e Via Garibaldi, con il crollo di Palazzo Mari, da semplice snodo urbano stradale diviene un vuoto urbano per il quale oggi, in linea con la ricostruzione urbana in atto, davanti l’esigenza di pensare la ricostruzione di quest’area urbana destinata ad accogliere la nuova piazza Garibaldi e l’edificio su di essa prospiciente, la presente proposta progettuale vuole porsi come un intervento di nuova fondazione e al contempo come intervento di riqualificazione urbanistico-architettonica.
Il progetto in prima istanza è quindi da un approccio concettuale integrato e complesso, in grado di coniugare passato e presente, storia e memoria, nella volontà della definizione e affermazione della nuoava identità contemporanea della città in fase di rinascita e riscrittura della propria fisionomia urbana.
A seguito di un analisi integrata storico-morfologica e tipologica, attenta all’identità del contesto urbano ed architettonico della città e dell’area di intervento, si è scelto di assumere ad assioma e come paradigma della proposta progettuale gli elementi architettonici ed urbanistici ritenuti morfogenetici ed identitari, quali sono le permanenze materiali ed immateriali della memoria urbana della città, che da parametri di lettura del contesto di intervento sono diventati veri e propri strumenti di progetto per la costruzione e definizione del nuovo fulcro urbano.
Se alla scala urbana la nuova piazza vuole rafforzare i preesistenti rapporti gerarchici creandone al contempo di nuovi, ponendosi di fatto come intervento catalizzatore del cambiamento, dialogando ed interagendo con le strutture urbane preesistenti e al contempo assurgendo essa stessa a nuovo baricentro urbano di connessione tra la città storica e la città nuova, alla scala architettonica, gli elementi individuati come morfogenetici della città, quali il portico inteso come spazio osmotico tra pubblico e privato, la presenza predominante del tessuto edilizio compatto con corti interne come anche le tracce di esso, i caratteri tipologici distintivi dell’edilizia storica predominante delle case in linea e a schiera, ed ancora le emergenze architettoniche in diretta connessione con l’area di intervento quale è la chiesa di S. Paolo e la valenza storico simbolica della passeggiata su via della Pace, vengono a costituire gli elementi paradigmatici di definizione della presente proposta progettuale che intende stabilire un dialogo continuo e biunivoco tra la costruzione del nuovo spazio pubblico urbano della piazza e l’architettura del nuovo edificio che a loro volta come spazio urbano complesso si trovano ad essere una nuova centralità urbana significante.
2_ Il Progetto
ll progetto di Piazza Garibaldi
La nuova Piazza Garibaldi, che sorgerà sul vuoto urbano ereditato in seguito agli eventi sismici del 2012 e, individuata nel perimetro definito dalle cortine edilizie prospicienti sulla via Pace, sul fronte nord e l’ingresso nord-est della via Garibaldi, e dal nuovo edificio da costruire sul lotto dell’ex Palazzo Mari, è qui pensata come interpretazione e declinazione del woonerf di matrice olandese, ovvero come realizzazione di una “Corte urbana”. La ristrutturazione e la riqualificazione della radice urbana di via Garibaldi impone la trasformazione di tale area che da semplice snodo di transizione e attraversamento diviene spazio pubblico urbano - la Piazza Garibaldi - prevalentemente ad uso pedonale, nel quale non è escluso ma tollerato il traffico veicolare, e che assume caratteri ed identità di spazio significante per la città, luogo d’eccellenza per l’incontro, lo scambio e la vita della collettività.
Alla scala urbana, la proposta progettuale, confermando e rafforzando gli elementi ereditati dalla storia, vuole rispondere all’esigenza della municipalità di creare un nuovo baricentro urbano in grado di connettere il centro storico con l’impianto urbano di più recente formazione situato nell’area nord-est della città attraverso la creazione di una piazza che sia una nuova centralità urbana, spazio catalizzatore del cambiamento urbano e simbolo della nuova identità della città che conserva il passato e lo vivifica, rielaborandolo, nel presente.
Assurgono quindi a paradigma del progetto: il significato ed il valore storico-simbolico dell’area di intervento come nodo di connessione tra la città vecchia e la città nuova; l’elemento morfogenetico del portico come permanenza storica e come elemento di costruzione del nuovo portico, spazio ibrido di passaggio tra lo spazio pubblico della piazza e quello privato del nuovo edificio; la presenza del tema della corte interna, come elemento distintivo della tipologia edilizia storica prevalente, di cui è resa qui leggibile la traccia attraverso il ricorso ad un diverso rivestimento della pavimentazione; la presenza di elementi di arredo urbano, ora puntuali ora utilizzati in linea e sequenza, quali l’illuminazione, le alberature e la diversificazione della pavimentazione; la conferma di via Garibaldi come asse di connessione tra città storica e città nuova; l’integrazione nel disegno della fisionomia della nuova Piazza di vecchie e nuove direttrici quest’ultime in grado di attivare ed aprire le connessioni tra il nuovo spazio e le aree circostanti preesistenti.
Obiettivo è quello di costruire uno luogo urbano in grado di generare e stabilire un nuovo equilibrio della struttura urbana contemporanea che, grazie alla presenza della piazza quale elemento urbano gerarchizzante e significante, va a contribuire ad aumentare il processo promosso ed in atto per volontà dell’amministrazione comunale di metabolizzazione del cambiamento della città imposto non solo dal corso dei recenti eventi catastrofici, ma anche dalle mutate necessità della comunità che oggi vuole tornare a vivere la città.
La proposta progettuale fa si chè l’originaria radice di via Garibaldi da spazio di transizione diventi quindi luogo dove stare. Volendo conferire ampio respiro spaziale alla nuova Piazza si ritiene rilevante il rapporto che si instaura tra la piazza e le quinte urbane che della piazza ne vanno a definire lo spazio e che al contempo vanno a costituire diverse inquadrature ed angolazioni dalle quali vivere la città.
Vanno a costruire tale immagine complessa ed articolata: il fronte nord-ovest della Piazza definito dall’armonia calligrafica dell’edilizia storica della via Pace riconnessa al fronte nord della via Garibaldi attraverso la presenza del portico; il fronte sud-est che viene in parte ridisegnato dalla presenza del nuovo edificio la cui linea spezzata e lievemente concava del prospetto, nell’essere un elemento formale dinamico nella definizione dello spazio, insieme al piede definito dalla presenza del portico vuole mettere in diretta relazione la Piazza Garibaldi con il nuovo centro urbano a nord-est.
La costruzione della piazza presuppone una progettazione del verde e degli spazi aperti finalizzata alla ricucitura dei luoghi urbani significanti ricucendo il tessuto urbano attraverso un disegno urbano armonico ed organico. Il progetto definisce lo spazio attraverso percorsi dimensionati con e corredati da elementi e arredi urbani che, oltre a svolgere un ruolo funzionale, strutturano l’area in modo tale che sia percepito come spazio per la collettività in cui fanno da cornice i volumi dei fabbricati circostanti. Il centro della piazza è occupato da un area verde dal perimetro triangolare rispetto al quale lateralmente viene individuato a nord il percorso destinato alla percorrenza carrabile leggera e a sud il percorso pedonale in parte a cielo aperto ed in parte coperto grazie alla presenza del nuovo portico. corto e della sagoma dell’isolato dell’edificio ormai perduto di Palazzo Mari.
La proposta progettuale fa si chè l’originaria radice di via Garibaldi da spazio di transizione diventi quindi luogo dove stare. Volendo conferire ampio respiro spaziale alla nuova Piazza si ritiene rilevante il rapporto che si instaura tra la piazza e le quinte urbane che della piazza ne vanno a definire lo spazio e che al contempo vanno a costituire diverse inquadrature ed angolazioni dalle quali vivere la città.
Vanno a costruire tale immagine complessa ed articolata: il fronte nord-ovest della Piazza definito dall’armonia calligrafica dell’edilizia storica della via Pace riconnessa al fronte nord della via Garibaldi attraverso la presenza del portico; il fronte sud-est che viene in parte ridisegnato dalla presenza del nuovo edificio la cui linea spezzata e lievemente concava del prospetto, nell’essere un elemento formale dinamico nella definizione dello spazio, insieme al piede definito dalla presenza del portico vuole mettere in diretta relazione la Piazza Garibaldi con il nuovo centro urbano a nord-est.
La costruzione della piazza presuppone una progettazione del verde e degli spazi aperti finalizzata alla ricucitura dei luoghi urbani significanti ricucendo il tessuto urbano attraverso un disegno urbano armonico ed organico. Il progetto definisce lo spazio attraverso percorsi dimensionati con e corredati da elementi e arredi urbani che, oltre a svolgere un ruolo funzionale, strutturano l’area in modo tale che sia percepito come spazio per la collettività in cui fanno da cornice i volumi dei fabbricati circostanti. Il centro della piazza è occupato da un area verde dal perimetro triangolare rispetto al quale lateralmente viene individuato a nord il percorso destinato alla percorrenza carrabile leggera e a sud il percorso pedonale in parte a cielo aperto ed in parte coperto grazie alla presenza del nuovo portico. L’area della nuova piazza è quindi scandito dalla sequenza di tre spazi, con vocazioni diverse, ma in continuità fra loro, messi in relazione tra loro da una pavimentazione in pietra che crea una superficie di fondo uniforme il cui disegno è definito dalla presenza degli elemneti puntuali e lineari dell’arredo urbano, dalla presenza del verde e delle alberature.
Rispondendo alle indicazioni fornite da bando, relativamente all’accessibilità e alla fruizione pedonale, l’intervento previsto per la piazza delimita e definisce un parterre urbano contemporaneo in cui alla qualità architettonica dello spazio corrisponde un’adeguata funzionalità.
L’area, rivestita con una pavimentazione continua in pietra nel rispetto dei materiali locali, è scandita dalle aree verdi, dalle tracce storiche urbane rese leggibili dalla presenza di tessere in metallo poste in corrispondenza del fronte sulla via Pace dove viene ripreso il disegno ed il ritmo del portico corto e della sagoma dell’isolato dell’edificio ormai perduto di Palazzo Mari. Costituisce un elemento d’eccezione la superficie disegnata e diversamente rivestita in corrispondenza dell’area della corte interna di palazzo Mari che costituisce un elemento di connessione tra lo spazio della Piazza, il nuovo edificio e l’area attigua della Chiesa di San Paolo messa in diretta relazione con la piazza attraverso il portico e grazie all’apertura del nuovo passaggio.
Dal punto di vista della funzioanalità la piazza è pensata come uno spazio di relazione per la collettività adatta ad ospitare attività ed eventi in modo flessibile come ad esempio la presenza del mercato storico.
Il portico
Il portico costituisce un elemento morfogenetico e fondante per il disegno e l’organizzazione spaziale dell’area d’intervento destinata ad ospitare la nuova Piazza Garibaldi.
Storicamente è l’elemento di relazione formale e simbolico per eccellenza, di connessione tra lo spazio pubblico della Piazza e lo spazio privato del nuovo edificio.
Per il suo carattere osmotico definisce il disegno di piazza e al contempo, determina la dimensione ed il carattere del nuovo fronte dell’isolato e del nuovo edificio situato a sud dell’area di intervento.
Nella presente proposta progettuale il portico è presente come permanenza storica e della memoria urbana nel recupero e nella riqualificazione del frammento del portico corto, unico elemento superstite del perduto Palazzo Mari, e come archetipo urbanistico e architettonico reinterpretato in chiave contemporanea nel ricorrere ad esso per la definizione del piede del nuovo edificio confermandone la forte valenza identitaria che ha per la città di Concordia sulla Secchia.
Dal punto di vista formale estetico e funzionale costituisce un elemento di continuità per lo spazio della Piazza risolvendo con qualità il nodo e l’intersezione tra la città storica e la città di matrice contemporanea, connettendo la passeggiata di via della Pace, l’emergenza architettonica della Chiesa di San Paolo e la nuova Piazza Garibaldi.
ll progetto del nuovo edificio
Il nuovo edificio, da costruire sul lotto in cui ricadeva Palazzo Mari, nel definirne il fronte sud e nel ricucire la testa dell’isolato tra la nuova piazza e la via Pace, costituisce parte integrante del progetto della Piazza Garibaldi. Il tema impone quindi un approccio progettuale integrato tra la scala urbana dell’intervento e la scala architettonica dell’edificio.
A seguito dell’analisi morfologica e tipologica dello sviluppo storico del tessuto urbano, la cui matrice è costituita dal lotto gotico tipo definito da edifici accostati in linea o a schiera con corte interna, la proposta progettuale trova la propria sintassi architettonica rivisitando e reinterpretando con un linguaggio contemporaneo regole e codici estetico-formali propri dell’edilizia storica e tipologica della tradizione locale, dando vita ad un’architettura dal carattere e dall’identità contemporanea.
Dal punto di vista planivolumetrico il nuovo edificio è il risultato della composizione di un corpo stretto e lungo che si sviluppa tra la via Pace, per la lunghezza di tre campate del portico corto, e la via Garibaldi per l’intera lunghezza del lotto, e di un corpo di forma parallelepipeda irregolare situato in corrispondenza del fronte sud- est dell’isolato definito dall’incrocio tra via Garibaldi e via Muratori. In linea con le indicazioni fornite da bando l’edificio ha uno sviluppo in altezza di tre piani fuori terra, la copertura presenta un tetto a padiglione a otto falde con diversa pendenza in cui le tre corti a cielo aperto costituiscono delle pause, confermando la fisionomia del tessuto urbano del centro storico caratterrizatto dal ritmo e scansione dei pieni e vuoti. In alzato il fronte corto prospisciente sulla via Pace presenta una partitura delle bucature regolare e simmetrica sia orizzontalmente che verticalmente, mentre i due prospetti, rispettivamente quello sulla piazza Garibaldi e quello su via Muratori, pur confermando il modulo di base mutuato dall’edilizia storica, se dal punto di vista della partitura orizzontale individuano tre fasce uniformi scandite dalla successione regolare del piede porticato, e le due fasce superiori corrispondenti ai due piani destinati agli alloggi cui fa da coronamento la copertura a padiglione, il ritmo verticale presenta una diversa sequenza e ritmo dei vuoti e dei pieni risultato della diversa combinazione del modulo di base delle bucature.
Massimo comun denominatore dell’architettura dell’edificio, e tra l’edificio e la piazza, è il basamento, per il quale si è scelto di ricorrere, reiterandolo e reinterpretandolo, al tema storico del portico quale elemento morfogenetico compositivo della città: al frammento del portico, ereditato a seguito del sisma del 2012, viene accostato un portico costituito da otto campate di circa 7 metri di luce ciascuna ad archi ribassati.
Il portico conferma inoltre l’esigenza dichiarata nel bando di avere uno spazio di transizione protetto tra lo spazio aperto della Piazza e gli spazi interni.
Così come richiesto da bando al piano terra, dove trovano alloggio tre diversi corpiscale ed i collegamenti orizzontali dei tre piani, l’edificio presenta gli ambienti destinati ad ospitare gli spazi commerciali che, grazie alle ampie superfici vetrate, sono in diretta relazione con lo spazio del portico e della Piazza. Ulteriore elemento di connessione, tra il piano terra dell’edificio e la piazza, è la presenza delle corti, di diversa forma e geometria, e del passaggio, pensato per consentirel’eventuale accesso laterale alla Chiesa di San Paolo, che costituiscono degli spazi ibridi, insieme al portico, di relazione tra pertinenze pubbliche e pertinenze private.
Al primo e al secondo piano si trovano le unità, pensate in modo flessibile e diversificate tra monolocali, bilocali ed appartamenti, destinate ad ospitare abitazioni ed eventuali uffici direzionali.
3_ Caratteristiche del progetto architettonico – strutturale
L’approccio concettuale adottato per la scelta della struttura da utilizzare per la realizzazione del nuovo edificio è basato sulla ricerca di una soluzione ottimale che possa soddisfare i seguenti requisiti principali: rispetto della sicurezza (secondo le prescrizioni dell’attuale normativa italiana sulle costruzioni), innovatività della tipologia (seppure rispettosa dei vincoli contenuti nella normativa richiamata), rispetto della tipologia storica presente nelle costruzioni esistenti (seppure rivisitata nel materiale), durabilità del materiale per un tempo prevedibile non inferiore a quello previsto come vita utile della struttura (sempre facendo riferimento alla normativa italiana), facilità di realizzazione (e di conseguenza bassissima probabilità di malfunzionamenti dovuti ad errori o imperfezioni nella realizzazione), semplicità nei controlli di qualità (e di conseguenza scarsissima influenza di eventuali incertezze dei parametri di progetto).
Pertanto, si è previsto di realizzare una struttura estesa in calcestruzzo di cemento fibrorinforzato con fibre in acciaio inossidabile. Tale struttura, il cui dimensionamento e successiva verifica verrà effettuata nel rispetto delle prescrizioni normative previste nel D.M. 14/01/2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni) e di conseguenza nel pieno rispetto della sicurezza strutturale, esibisce senz’altro caratteristiche innovative legate al non frequente utilizzo del calcestruzzo di cemento fibrorinforzato nella realizzazione di ossature portanti di edifici e ciò in ragione del fatto che le usuali strutture intelaiate in calcestruzzo di cemento armato o in acciaio risultano in generale più diffusamente supportate da codici di calcolo di facile utilizzazione, così come in qualche modo accade per le strutture con ossatura portante in muratura. D’altra parte una struttura costituita da setti portanti ed orizzontamenti voltati (seppure a debole curvatura) in calcestruzzo di cemento fibrorinforzato rispetta sostanzialmente la tipologia storica presente (struttura muraria) sostituendo soltanto il materiale previsto (e cioè utilizzando un conglomerato artificiale anziché uno naturale) ed esaltando le principali ottime caratteristiche delle strutture estese (a pannelli e volte) in cui la forma diventa struttura e la struttura si riconosce nella geometria delle superfici e dei volumi dell’opera. Ancora, la dotazione di fibre con dosaggi adeguati consentirà di poter contare su un materiale con doti di continuità, di rigidezza, di resistenza (anche alla trazione, flessione e taglio) assolutamente superiori a quelle delle migliori murature. È chiaro che tale materiale, proprio in ragione delle componenti presenti, garantisce una lunghissima durabilità non temendo attacchi da parte degli agenti naturali esterni come accade per le strutture in calcestruzzo di cemento armato ordinario. La struttura proposta, infine, sarà di semplice realizzazione dovendosi provvedere soltanto alla realizzazione e montaggio delle carpenterie, che potrebbero prefabbricarsi in stabilimento per una ottimale definizione delle loro forme, così come di assoluta garanzia saranno i controlli di qualità vista la natura del materiale e le produzioni specialistiche oggi esistenti.
4_Accessibilità, mobilità e funzionalità
Il progetto della piazza Garibaldi tiene in considerazione l’esigenza di pensare una facile accessibilità e connessione tra il nuovo spazio e l’intorno urbano circostante garantendo il transito e la sosta dei flussi pedonali, ciclabili, veicolari leggeri, in modo tale da favorire un uso sinergico per la comunità urbana e allo stesso tempo garantendo la vivibilità della nuova centralità urbana, il tutto nel rispetto della normativa per l’assenza di barriere architettoniche.
L’accesso e la viabilità carrabile leggera è stata concentrata lungo il percorso rettilineo situato a nord della Piazza che mette in diretta relazione i flussi provenienti da nuovo centro della città con l’asse urbano della via Pace. Il percorso carrabile è delimitato, rispetto allo spazio pedonale della Piazza, dalla presenza del filare di alberi e dall’isola verde centrale lievemente rialzata rispetto al piano stradale. Rispetto alla via Garibaldi, l’area della “zona 30” è segnata dal cambio della posa della pavimentazione del sottofondo e nell’uso di una diverso rivestimento per le caditoie a fessura. Rispetto all’area prevalentemente pedonale costituiscono un ulteriore elemento di delimitazione la sequenza dei corpi puntali illuminanti che segnano il camminamento idirizzandolo verso il framento del portico corto.
I flussi pedonali hanno possibilità di movimento nell’intero spazio della Piazza in modo tale da poter vivere, attraversando o sostando, tale spazio come vera e propria centralità dalla quale potere godere di diversi scorci urbani.
Confermando la volontà della municipalità di creare una piazza che sia luogo della vita della comunità urbana sono complementari alla costruzione dello spazio della piazza gli elelmenti di arredo urbano, l’illuminazione e le aree alberate e destinate a verde. L’intera area è inoltre pensata in modo tale da poter ospitare in maniera flessibile diverse attività collettive quali ad esempio concerti, eventi ed il mercato.