MOTIVAZIONI DELLE SCELTE PROGETTUALI
La nostra idea progettuale parte dalla considerazione preliminare che per conoscere un luogo non è sufficiente il solo approfondimento monografico. La città ha bisogno dì essere vissuta: passeggiando tra le sue vie, osservandone le atmosfere, emozionandosi per i particolari, trascorrendovi del tempo, parlando con gli abitanti, assaporando i gusti e respirandone i profumi. La difficoltà maggiore, ma anche motivo di grande stimolo, si è riscontrata nel metabolizzare progettualmente il rapporto tra un centro storico, ricco di passato, cultura, ed atmosfere, con una periferia anonima, cresciuta casualmente e poco connotata. Le aree di progetto infatti mostrano i caratteri tìpici dell’espansione edilizia nata al di fuori della città storica, con la quale non instaura alcun tipo di relazione, costituendosi così come frammento di città contemporanea. Tale contesto progettuale offre l’opportunità di confrontarsi con il tema del limite, del confine. L’uso d’un segno lungo il margine genera conseguentemente, nel punto di passaggio, una porta: un varco, un vuoto tra pieni. Abbiamo inteso la porta come un oggetto contaminato, ricco di riferimenti desunti dalla storia e dalla cultura locale. Esso racchiude le essenze di Montemarano, ne è introduzione, ingresso, racconto della città per i forestieri. Le Porte della città hanno sempre storicamente segnato la dimensione territoriale, culturale ed economica. Manufatti architettonici dal potente valore simbolico, nascono con funzione difensiva e assumono poi significato di limite fiscale, nell’architettura della città moderna a decoro degli ingressi urbani: oscillando tra l’archetipo del passaggio (l’arco di trionfo, i propilei, le porte difensive) e la nuova soluzione della barriera daziaria (le barrières d’octroi di Ledoux a Parigi). Nella storia urbana, cingersi di mura è stato necessario, sino a tempi non lontani, per la sopravvivenza stessa della città. L’idea delle porte per Montemarano nasce da un intento di raccontare un territorio, attraverso emozioni e suggestioni più che dal bisogno di segnare un ingresso; il segno della porta comunica l’identità propria del luogo, della sua gente, della sua storia, delle sue tradizioni. Dunque il concetto antico di passaggio, di difesa e di chiusura, viene riproposto in chiave simbolica ed innovativa per aprirsi, per raccontare, per accogliere: Montemarano racconta se stessa attraverso le porte. La porta della città stimola, per la sua collocazione periferica, la riscoperta dell’orgoglio di appartenenza, indica un passaggio verso qualcosa di familiare ed al tempo stesso di sconosciuto, e accenna all’idea di una soglia che rappresenta lo “stare dentro” un luogo specifico, distinto per quanto non separato.
DESCRIZIONE TIPOLOGICO/FUNZIONALE DELL’INTERVENTO
La riqualificazione di tre spazi urbani, diversi per posizione e morfologia, e tuttavia assimilabili nell’avere la funzione di presentare la città a chi vi accede, è un tema interessante, che abbiamo scelto di affrontare pensando ad essi non esclusivamente come biglietti da visita della città, ma come spazi che la comunità cittadina possa sentire propri e vivere quotidianamente. Pertanto la proposta progettuale presentata, sceglie di considerare costantemente l’esistenza di due fruitori: il visitatoree la persona del luogo. La porta, elemento architettonico caratterizzante il progetto, è un manufatto semplice nella sua struttura, un sistema trilitico composto da piedritti ed architrave, di diverse dimensioni e disposizione, con funzione di caratterizzazione dei tre ambiti oggetto di intervento. In tal senso esso non è solo un segno architettonico puro e semplice, ma elemento di identificazione di un’area, di un contesto urbano, polo di attrazione ed aggregazione, pretesto per raccontare e rievocare alla mente scene di vita, tradizioni e cultura locali.
LA PORTA DEL CAPORABALLO (zona denominata “Villetta”)
...Grazie ‘a na tarantella ca te sazzia into e fore, se squagliano a ‘ntrasatta pinzieri, affanni e ruluri. Tant’anni fa ‘o clarino ‘e Nbrusino se turciliava e l’organetto ‘e Minico e Gianni ‘e Nina ‘ncantava. (A. De Francesco)
In questa proposta architettonica, vengono recuperate le tracce della tradizione folkloristica di questo territorio, le forme e i colori della tarantella e del carnevale montemaranesi. Il ritmo della danza e gli strumenti musicali di accompagnamento diventano così, sedute in pietra e legno; i movimenti dei ballerini si ripresentano in questo spazio nella disposizione dei portali che si guardano e protendono l’uno verso l’alto come in un ballo; il caporaballo, un pulcinella che con il suo caratteristico costume bianco e rosso, l’alto cappello, il bastone simbolo di autorità, che dispensa ordini ai figuranti, fa spazio tra la folla e distribuisce confetti al pubblico, allora diviene disegno della pavimentazione, ed anche nastro rosso del racconto, che unisce ed accomuna i diversi ambiti dell’intervento. Lo spazio così configurato, così come l’essenza stessa della tarantella, assume il significato della partecipazione collettiva, diviene luogo di scambio e di aggregazione, in cui incontrarsi, confrontarsi, conoscersi, uno spazio fisico e dunque stabile e riconoscibile. Esso sarà dedicato alle attività della comunità, agli spettacoli all’aperto ed alle proiezioni estive, approfittando della struttura già esistente dell’anfiteatro. La piazza, che conserva il monumento esistente, sarà per larga parte realizzata in prato e attrezzata con alberi e sedute, consentendo in tal modo l’utilizzo per il tempo libero, i giochi e lo sport.
LA PORTA DEL VINO (zona denominata “via Strada”)
...Ed io voglio che vengano con me la ragazza, il minatore, l’avvocato… e che escano a bere con me il vino più rosso. (P.Neruda)
La produzione dell’uva, altro elemento significativo e caratterizzante la cultura e il territorio monte maranese, diviene tema della porta situata nella zona “Via Strada”. L’idea progettuale propone un impianto rigoroso ed elementare, originato da una sequenza di elementi puntuali in legno disposti secondo una maglia regolare, su file parallele che seguono l’andamento della curva del cosiddetto “Belvedere”, un’area a margine della strada, punto di vista suggestivo, ma poco valorizzato. Tali elementi evocano i filari dei vigneti, tipici del paesaggio rurale di Montemarano, e facendo da cornice alla vista del borgo antico, creano una relazione con il luogo ancor più radicata. Due sedute dall’andamento irregolare richiamano nella forma i tralci d’uva e generano il nastro rosso, elemento caratterizzante i tre ambiti oggetto d’intervento.
LA PORTA DEL BOSCO (zona denominata “contrada San Giovanni e Paolo”)
...Oh, come è gentile ti fu la natural con l’aere sottile e un clima seren… ...castagni dorati, frutteti ed olivi e pascoli e prati cosparsi di fior…. (A. De Francesco)
Lo scenario naturalistico, caratterizzato da distese di verde, prati, alberi di alto fusto attraverso i cui rami la luce filtra, costituisce la trama del racconto nella zona denominata “Contrada S.Giovanni e Paolo”. Questa attualmente si configura come un’area degradata e anonima, un incrocio sovradimensionato e poco permeabile che non permette la sosta dei pedoni, né s’identifica come un luogo di incontro per gli abitanti della contrada adiacente . In questo luogo, a stretto contatto con il bosco, gli elementi architettonici delle porte si succedono ed intersecano creando un lungo e fitto passaggio, una galleria irregolare nel suo procedere, attraverso cui la luce naturale viene filtrata, creando così un’atmosfera di penombra, in sintonia con uno spazio dedicato al relax ed alla vita all’aperto. Il nastro del racconto disegna una lunga seduta che allo stesso tempo delimita uno spazio in cui sono raccolte le principali essenze arboree del bosco. L’intervento diviene occasione di ridisegno dell’area anche dal punto di vista urbanistico e della fruibilità stradale, dando vita ad uno spazio a contatto con la natura, un luogo di sosta, di incontro e di socializzazione a beneficio della comunità locale.
PUNTO PANORAMICO (Zona antistante il cimitero)
...’Ngopp ‘a nu bello pizzo ‘e montagnella ‘e preta viva addò se pò ‘mmirà r’à Maiella ‘nfino ‘o Tavoliere tanto tiempo fa s’accuglivo Montemarano, ‘o paese mio. Si provati bbuono ‘a vuardà, pare ‘u niro e no sparviero. (A. De Francesco)
Oltre ai tre ingressi, corrispondenti ai tre spazi urbani oggetto del bando, abbiamo ritenuto importante valorizzare come punto panoramico l’area situata lungo la strada proveniente da Castelvetere, poco prima di giungere nel centro del paese di Montemarano. In tale occasione la porta suggerisce a chi arriva la suggestiva vista del borgo antico, “quieto e disteso su un colle…disarmato e nudo”(cfr.IL CILIEGIO DI MONTAMARANO di A.De Francesco); essa, quindi è invito alla sosta per lasciarsi suggestionare dalla bellezza del luogo; incornicia viste da cui ammirare il paesaggio e costituisce il primo atto di un racconto alla scoperta e conoscenza del luogo. L’intervento si impadronisce di istanti, li afferra e in favore della loro fruizione e contemplazione ne dispone l’architettura. La disposizione degli elementi appare dunque come un “fermo immagine” di quei momenti dell’ abitare a cui la natura e la storia danno luogo.
MATERIALI E TECNOLOGIE PROPOSTE
L’architettura sostenibile inizia dal rispetto e dalla conservazione della natura e si declina a tutti i livelli nelle scelte formali e nell’uso dei materiali, fino ai dettagli architettonici. Le priorità progettuali divengono quelle di riduzione dell’impatto ambientale e di miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti/abitanti. Seguendo tale approccio ecologico gli interventi proposti nelle quattro aree del paese sottolineano un comune intento: quello della ricerca dell’integrazione con il contesto urbano ed agricolo, alterando il meno possibile la natura dei luoghi. L’utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili ottenuti da materie prime rigenerabili e con processi che necessitano di poca energia riducono sensibilmente gli impatti ambientali; la permanenza delle materie nei cicli ecologici ed economici di conseguenza riduce il consumo di materie prime e la quantità di rifiuti. Tutto, quindi, dalle pavimentazioni e sedute in pietra locale, fino ai portali in legno lamellare, sono realizzati ed integrati con materiali studiati appositamente per interagire con l’ambiente e con le sue caratteristiche peculiari.