Casa Elledi was built in the early twentieth century as a noble summer house and divided over time into several properties, undergoing numerous transformations. The house has now been reunited, renovated and reorganized internally to restore the readability of the housing unit and give it new organicity. The primary task was to maintain the identity of the house, restoring it where defaced, with cutting-edge construction solutions.
The study of new and existing materials was added to the seismic and structural consolidation of masonry walls and vaulted ceilings, to the total reconstruction of the pitched roof. The finish of the walls changes in relation to the use of the environment, shaping it to create a different atmosphere for each room: the ethereal grassello of lime for the living spaces, limestone slabs for the bathroom, paper and fabric paintings for the most intimate and reserved spaces.
In order to respect the identity of the places and functionality, a plant system has been designed consisting of a hydronic radiant system for the modern wing associated with a fan coil system for the oldest area, powered by the latest generation solar and photovoltaic panels for a zero impact building.
This also affected the lighting design. Here, directional and dimmable LEDs transform an entrance into an art gallery, a chaotic kitchen in an intimate space, a bathroom in a spa. Flexibility of atmospheres and spaces highlight both the environment and the furnishing accessory, the man and his life in the villa. Architectural peculiarity is the presence, on the west front, of a view with mullioned window originally closed by a wooden window.
To bright out the architectural element, a fixed slim window was designed and built, framing the sunsets that open between the columns to be enjoyed from your sofa like the passe-partout of a paint.
Nascosta tra carrubi e olivi dell’altopiano ibleo, con una tra le più belle viste sul litorale sabbioso della città, villa DH fu realizzata nei primi del Novecento come residenza estiva da destinare al ramo cadetto di una tra le più importati famiglie nobiliari sciclitane.
Ammantata di storie e leggende sulla sua costruzione, è stata suddivisa in una fase successiva in più proprietà e ha subito numerose trasformazioni anche di rilevante entità sul finire del secolo scorso.
Acquistata pochi anni fa dall’attuale proprietario, è stata oggi riunificata, ristrutturata e reimpaginata nella distribuzione interna, così da ripristinarne la leggibilità dell’unità abitativa e conferirle nuova organicità.
Compito primario è stato mantenere l’identità della casa, ricostituendola ove deturpata, con soluzioni costruttive e di consolidamento all’avanguardia. La particolare opera di ristrutturazione ha permesso di recuperare la villa globalmente, rispettandone anzitutto la storia, rapportandola all’odierno abitare.
A seguito della frammentazione della proprietà, la villa aveva subito interventi invasivi e manutenzioni localizzate, realizzati con metodologie e materiali diversi; questi però non avevano mai coinvolto l’intero edificio, cosicché occorreva in primis consolidarlo sismicamente. L’adeguamento ha comportato l’abbattimento dei solai in laterocemento costruiti in sostituzione delle originarie volte in canne e gesso con centine lignee, il consolidamento di quelle esistenti, il rinforzo dei maschi murari nonché l’inserimento di rinforzi strutturali sia puntuali che globali. Oltre ciò, è stato totalmente ricostruito il tetto, riproponendo l’originaria geometria.
STUDIO DEI MATERIALI - Luci e contrasti tra nuove e vecchie superfici
I villini nobiliari del Primo Novecento si caratterizzavano per i pavimenti in pietra pece per i locali di servizio e in cementine per quelli destinati alle funzioni quotidiane, con decori geometrici e floreali; riletti talvolta in chiave contemporanea e affiancati, nel progetto, a materiali moderni come il parquet.
La finitura delle pareti muta in relazione all’uso dell’ambiente, plasmandolo così da creare l’atmosfera che si respira accedendovi, diversa per ogni stanza: l’etereo grassello per gli spazi giorno, le calcaree lastre per il bagno padronale, pitture carte e tessuti per gli ambienti più intimi e riservati.
COMFORT INTERNO - La tecnologia a servizio della conservazione
Combinando tradizione e innovazione, identità dei luoghi e funzionalità, si è progettato un sistema impiantistico che coniuga benessere interno, efficienza e risparmio energetico.
Il progetto ha previsto l’installazione di un impianto idronico radiante per gli ambienti più moderni associato ad un sistema di ventilconvettori per la zona meno rimaneggiata dai precedenti proprietari. Un sistema di pannelli solari e fotovoltaici di ultima generazione, generando energia ad impatto Ø. Il tutto enfatizzando il concetto di mimesi: applicato dal macro e al micro, si è proceduto studiando il posizionamento degli elementi impattanti sul paesaggio fino alla scelta di placche e griglie appena percepibili.
PROGETTO DELLA LUCE - Architettura flessibile e mutevole, sempre.
Attraverso un’attenta combinazione di sicurezza, privacy, sostenibilità energetica e comfort, si è trasformata la residenza in una dimora di assoluta tranquillità. La scelta dei corpi illuminanti, della loro distribuzione spaziale e del supporto si lega in maniera forte a quella della destinazione d’uso dell’ambiente: luci d’accento, d’ambiente, di servizio... Nulla è casuale.
Per l’esterno la commistione tra preesistente e innesto ha portato alla riproposizione delle lanterne, integrate da spot disseminati in punti cardine quali cantonali e archi del portico.
All’interno, led direzionabili e dimmerabili trasformano un ingresso in una galleria d’arte, una cucina caotica in uno spazio intimo, un bagno in una spa.
Flessibilità di atmosfere e di spazi, che pongono in risalto tanto l’ambiente, quanto il complemento d’arredo, tanto l’uomo e il suo vivere nella villa.
SISTEMA PARCO_PISCINA - Terra cielo e mare a misura d’uomo
L’intervento ha interessato non soltanto l’immobile ma l’intera area in cui si inserisce, coinvolgendo tanto il giardino racchiuso entro il muro di cinta quanto l’uliveto contiguo, parzialmente abbandonato a seguito di un incendio decenni or sono.
L’idea è stata quella di porre questi tre elementi in correlazione creando un percorso, non solo materiale ma anche visivo, che permetta ai committenti e ai loro ospiti di immergersi nella natura, costellata di ulivi olivastri, carrubi e ferule nati ove la dura roccia fratturata ha fatto spazio al terreno.
Fulcro di questo collegamento è lo specchio d’acqua, non una semplice piscina ma una vasca sulla cui superficie si riflette il paesaggio e il cui colore restituisce la sensazione di un tuffo nel Mediterraneo.
LA BIFORA - La pietra dell’architettura che si fa arte
Peculiarità architettonica della villa è la presenza, sul fronte ovest, di un affaccio con bifora, chiuso originariamente da un infisso in legno a sei ante inciso con croci dell’Ordine di Malta, cui la famiglia nobiliare che la edificò era parte.
Anziché riproporre una copia in sostituzione, si è optato per liberare la bifora, trasformando la funzione pratica di finestra di luce in quella di panoramica sul paesaggio.
Realizzato con due sole lastre in vetro fisse, l’infisso a telaio sottile incornicia come un passepartout i tramonti che si aprono tra le colonne, creando l’emozione di un dipinto mutevole da godersi da un punto esclusivo e privilegiato, quale è il proprio divano.