Una matrice virtuale comune a tutta la Casa degli artisti prende forma attraverso una struttura modulare che coniuga uniformità formale, flessibilità funzionale declinabile in ogni stanza in maniera autonoma e distintiva.
Il bar costituisce il cuore pulsante della “Casa”, luogo di incontro, filtro di accesso al magnifico giardino, elemento di riferimento per il pubblico e focolare domestico dei suoi abitanti. Qui la “ gabbia strutturale” genera due volumi, uno basso e largo ed uno snello che si inseriscono nello spazio esistente in punta di piedi per generare una matrice formale dalla pelle camaleontica, calda ed animata. Infatti su diversi livelli si alterneranno persone, bottiglie, prodotti, casse, bicchieri, reti metalliche e piani in legno in un dinamico patchwork di texture e colori che varia con le stagioni e i suoi prodotti.
Di notte i nuovi volumi si trasformano in lanterne colorate retroilluminate che dialogano con lo spazio esistente sottolineato delicatamente da una linea di luce perimetrale.
Le strutture da magazzino in ferro nero si addolciscono in un gioco di contrasti con i piani in legno dei tavoli ed il pavimento in cemento esistente per creare un atmosfera da laboratorio industriale rivisitato in salsa domestica che mantiene il fascino dei grandi spazi produttivi ma trasmette il calore del tinello.
All’esterno i riferimenti formali del bar si spostano verso un atmosfera che richiama il vivaio urbano ad introdurre la vita in plein air del dehor circondato da verde pubblico e privato. Tavoli con struttura e piano in alluminio attrezzati per accogliere piante aromatiche intermezzati da ripiani alti su ruota da floricultore che creano delle variopinte quinte espositore alterate a carrelli portavivande.