Da testi custoditi nell'Abbazia di Cluny in Francia, si evince che, il sito su cui oggi sorge la Chiesa della Madonna di Nigrignano, fu donata a S. Ugo, abate di Cluny, nell'anno 1081 d.C. affinché vi si erigesse un convento. Con ordine dell’8 giugno 1797, Napoleone I decretò la soppressione del convento. Nel 1912 si hanno notizie dell’uso del complesso di chiesa e monastero come casa colonica e ripostiglio di attrezzi e bestiame. Acquistato poco dopo da privati, da tempo ormai non più destinato al culto, divenne sede dell’impianto di una piccola filanda e nel 1921, poi venne inglobato in uno stabilimento per la lavorazione del cotone. Dagli anni ’20 la chiesa è stata oggetto di svariati interventi di forte manomissione, il cui più evidente è stato la suddivisione del volume interno in tre distinti livelli, tramite la realizzazione di impalcati. L’amministrazione comunale ha inteso recuperare tale edificio e destinarlo a piccolo centro polivalente a disposizione per lo svolgimento di manifestazioni a carattere culturale, esposizioni temporanee e celebrazioni di matrimoni civili. Le demolizioni interne hanno riportato alla luce un edificio con pianta a navata unica, suddivisa in tre campate da archi a tutto sesto che reggono la volta a botte, unghiata in corrispondenza delle quattro aperture laterali, due a nord e due a sud. Il presbiterio a pianta rettangolare è coperto da una volta a botte e concluso dall'abside poligonale. Il catino absidale è scandito da costoloni e raccordato con tre vele alla volta del presbiterio. Non è più leggibile nessun ornamento, così come sono irriconoscibili i disegni compositivi dei prospetti esterni. Il progetto si è mosso fin da subito in due direzioni: la prima orientata al recupero fisico del manufatto, mentre la seconda legata al riuso dell’ex-chiesa e relativa quindi agli interventi necessari a garantire la possibilità di votare il manufatto architettonico a una nuova destinazione d’uso. Per ampliare lo spazio a disposizione si è inserito, all'interno della navata, un nuovo soppalco in legno di forma ovoidale, completamente indipendente. L’accesso all'aula principale e al soppalco avviene ora dal fronte sud dove si è realizzato, addossato alla facciata, un corpo in cemento e vetro aggettante verso l’esterno. Tale volume, geometricamente definito da rapporti armonici e proporzioni matematiche, contiene tutti i servizi e le tecnologie di necessario supporto alle nuove funzioni ospitate nell'edificio. Con le stesse proporzioni si è disegnato il sagrato ora pavimentato in pietra arenaria con grandi lastre in soli due formati, 123 x 123 cm e 123 x 246 cm, disposte in modo ordinato e rigoroso.